Un compagno sfortunato

A scuola, in ogni classe, c’e’ sempre qualcuno che per sue caratteristiche e per la facilita’ che hanno i ragazzi ad aggregarsi contro i piu’ deboli o i diversi, finisce per diventare lo zimbello di tutti o per essere etichettato come “strano”. Ovviamente anche nella sezione F del liceo Beccaria, a Milano nei tardi anni Settanta, c’era chi soffriva questo ruolo. Si chiamava Claudio, e a ripensarci mi sento anch’io colpevole per avere, senza volerlo veramente, contribuito a quel clima di stupida presa in giro che ogni giorno lo perseguitava.

Incollo sotto un articolo del Corriere del 1996, piu’ di 15 anni dopo aver salutato Claudio il giorno della maturita’. Che tristezza…

Avvocato ucciso, c’ e’ una pista
Si indaga tra gli amici del giovane legale assassinato
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Probabilmente il delitto e’ stato commesso da una persona che la vittima conosceva bene Avvocato ucciso, c’ e’ una pista Si indaga tra gli amici del giovane legale assassinato Si cerca tra gli amici la pista del mistero. I carabinieri del nucleo operativo stanno ricostruendo le ultime ore di Claudio Del Forno, 35 anni, il praticante legale ucciso l’ altra sera in piazzale Accursio. Forse le persone che lo hanno visto possono dare qualche indicazione su chi l’ aspirante avvocato stava per incontrare: cioe’ , il suo assassino. Gli investigatori ieri hanno interrogato i conoscenti. Un testimone si e’ contraddetto nelle versioni e ha dovuto sottoporsi all’ esame che verifica se ha sparato. Ma non sono usciti risultati. Claudio Del Forno si e’ giocato la vita in cinque minuti. E’ il tempo che passa da quando lascia la casa del suo amico piu’ stretto, in via Tavazzano, al momento dello sparo sul marciapiede in piazzale Accursio 12, pochi passi dietro l’ angolo. Fino alle otto di sera il legale e’ nell’ appartamento in via Traiano 62, dove abita con i genitori, Luisa Bottazzi, 74 anni, dipendente in pensione del ministero della Difesa, e Luigi Del Forno, 67, ex tenore della Scala, piu’ volte sul palco come corista. Claudio e’ uscito soltanto nel pomeriggio a controllare in stazione Centrale l’ orario dei treni per Piacenza. La famiglia, originaria di li’ , sarebbe partita oggi per trascorrere Natale con i parenti. Dopo cena la camminata fino in via Tavazzano. Sono le otto e mezza. Claudio Del Forno non ha mai preso la patente. Il resto lo racconta l’ amico di cui non viene rivelato il nome: “Claudio e’ rimasto con me un’ ora. Io poi avevo un appuntamento con una ragazza. Cosi’ alle nove e mezzo se n’ e’ andato”. Di nuovo in strada, Del Forno percorre pochi passi. Sono le 21.35 quando cinque ragazzi sentono lo sparo. Vedono Claudio Del Forno, centrato al petto da un colpo di revolver, sbucare dall’ oscurita’ e cadere sotto la pioggia. Nessuno nota l’ assassino scappare, forse perche’ il killer va a nascondersi proprio in uno dei caseggiati della zona. “Non riusciamo a trovare un perche”, ripetono in lacrime i genitori, assistiti in casa dai parenti. Claudio da qualche tempo si curava da un neurologo. Gli psicofarmaci lo facevano dormire fino a tardi. Una malattia, dovuta anche a un incidente da piccolo, che gli aveva creato difficolta’ nel lavoro. Si era laureato in legge nell’ 88 ma non era mai riuscito a diventare avvocato. Quattro mesi fa aveva dovuto lasciare lo studio che lo aveva ingaggiato come praticante. Un giorno, senza motivo, abbandono’ l’ aula durante un processo. E negli ultimi tempi veniva chiamato in Tribunale solo come difensore d’ ufficio. Si occupava di piccola criminalita’ . E quella di un cliente insoddisfatto e’ una delle ipotesi che i carabinieri del maggiore Marco Rizzo stanno sempre valutando. “Claudio era fatto a modo suo – raccontano Claudio Bella, 34 anni, gestore del bar sotto casa, e i vicini che lo conoscevano -. Qualche volta attaccava briga. Pero’ alla fine se ne andava senza far male a nessuno”. Forse l’ altra sera ha avuto una discussione con la persona sbagliata.
Gatti Fabrizio
Pagina 47
(23 dicembre 1996) – Corriere della Sera

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